I corpi chetonici per rallentare l’invecchiamento del cervello

13 settembre, 2021 , ,

Si stima che in Italia le demenze senili e l’Alzheimer colpiscano circa 600.000 persone tra gli over 65 che vivono in famiglia. Tra le ultraottantacinquenni la prevalenza triplica (15,4%), mentre per i coetanei maschi raggiunge il 14%. A medio termine, circa il 50% delle persone affette da lievi disturbi cognitivi svilupperà un disturbo neurodegenerativo, più comunemente il morbo di Alzheimer. I chetoni potrebbero aiutare a rallentare il declino cognitivo? Troverete la risposta in questo articolo!

Cos’è un corpo chetonico?

Un corpo chetonico è una sostanza che il corpo produce a partire dagli acidi grassi quando non ha a disposizione i carboidrati per produrre l’energia necessaria per alimentare il cervello. I chetoni permettono al corpo di sopravvivere nei momenti di scarsa disponibilità di carboidrati. La ricerca suggerisce che gli interventi che aumentano i livelli ematici di chetoni possono aiutare a rallentare il declino cognitivo. In effetti, nei disturbi neurodegenerativi dell’invecchiamento come il morbo di Alzheimer, il metabolismo del glucosio del cervello si deteriora in modo progressivo, in modo specifico per la regione interessata e per il tipo di malattia. Così, la capacità del cervello di utilizzare i carboidrati diminuisce, con il risultato di “affamare” i suoi neuroni. I corpi chetonici possono essere utilizzati per compensare la mancanza di fornitura di glucosio ai neuroni, e quindi ritardare la morte finale dei neuroni.

Esistono tre modi principali per aumentare la quantità di corpi chetonici nel sangue, oltre al digiuno prolungato per diverse settimane:
  1. La dieta chetogenica rigorosa

La dieta chetogenica rigorosa, che prevede un apporto di carboidrati molto basso (20-50 g al giorno o circa il 5% delle calorie totali) e un apporto di grassi molto elevato (circa l’80% delle calorie totali), aumenta le concentrazioni di corpi chetonici nel sangue. Tuttavia risulta spesso difficile mantenere questa dieta a lungo termine. Inoltre, la dieta chetogenica può essere accompagnata da effetti avversi come disturbi gastrointestinali, perdita di peso (che spesso deve essere evitata nelle malattie neurodegenerative), iperlipidemia e carenze vitaminiche e minerali.

  1. Integratori di corpi chetonici

Gli integratori di corpi chetonici sono utilizzati da alcuni atleti, in particolare nel Tour de France, per i loro potenziali effetti benefici sulle prestazioni sportive. È stato dimostrato che un integratore di corpi chetonici può indurre uno stato di chetosi per tre ore dopo la sua assunzione, senza apportare alcun cambiamento nella propria dieta. Gli integratori di corpi chetonici sono disponibili in due forme, sali ed esteri. Tuttavia, sono estremamente costosi.

  1. Integratori alimentari di trigliceridi a catena media (MCT)
Gli integratori alimentari MCT possono avere il vantaggio di indurre la chetosi senza bisogno di cambiamenti nella dieta. Ciò avviene relativamente presto dopo l’ingestione, poiché questo gruppo di acidi grassi viene assorbito direttamente nella vena porta e rapidamente convertito in chetoni nel fegato. Gli MCT con le maggiori proprietà chetogeniche sono l’acido caprilico e l’acido caprico, che si trovano nell’olio di cocco e nell’olio di palmisti. Tuttavia, la concentrazione di questi lipidi è relativamente bassa negli oli, e l’assunzione di oli di cocco aumenta solo modestamente i livelli di chetoni. Sono stati sviluppati prodotti con concentrazioni più elevate di acido caprilico e caprico per indurre un maggiore aumento dei livelli di chetoni.

Cosa dimostrano gli studi

Un numero crescente di studi sta indagando gli effetti di diversi approcci chetogenici sulle malattie neurodegenerative, in particolare sul morbo di Alzheimer. Studi clinici di piccole e medie dimensioni suggeriscono un effetto positivo degli interventi chetogenici su alcuni esiti della malattia di Alzheimer; la maggior parte delle prove mostrano miglioramenti nelle funzioni cognitive legate alla memoria e al linguaggio. Non sono attualmente disponibili studi clinici su larga scala. Per il morbo di Parkinson, diversi studi su animali hanno dimostrato effetti neuroprotettivi della chetosi, ma fino ad oggi sono stati condotti pochissimi studi sull’uomo.

Di recente presso l’Università di Sherbrooke, in Canada, è stato condotto uno studio controllato randomizzato che ha coinvolto 83 partecipanti con decadimento cognitivo lieve. I soggetti sono stati divisi in due gruppi, e hanno bevuto una bevanda chetogenica contenente 15g di trigliceridi a catena media (MCT), o una bevanda placebo per 6 mesi. Utilizzando il neuroimaging, è stato possibile osservare i chetoni che venivano utilizzati in tempo reale per circa tre ore dopo l’ingestione della bevanda chetogenica. Alla fine, i partecipanti che hanno consumato la bevanda chetogenica hanno colmato un terzo del deficit energetico di glucosio del loro cervello. Lo studio ha dimostrato che l’assunzione della bevanda ogni giorno per sei mesi potrebbe migliorare tre dei cinque domini della cognizione, vale a dire la funzione esecutiva, la memoria e il linguaggio, in persone con lieve deterioramento cognitivo rispetto a un gruppo di controllo. La bevanda in questione, chiamata BrainXpert, è commercializzata dalla società Nestlé, ed è attualmente disponibile in Europa. Si prevede che sarà presto disponibile in Canada. Il principale effetto collaterale riportato in seguito all’ingestione di questa bevanda è il mal di pancia.

In conclusione, anche se i risultati degli studi sono promettenti, sono necessari ulteriori ricerche con un numero maggiore di soggetti e per un periodo di tempo più lungo per valutare gli effetti dei chetoni sull’invecchiamento del cervello.

Fonti

Bilodeau (2021) Prévenir l’Alzheimer : un carburant alternatif pour le cerveau commercialisé. Affaires Universitaires. https://www.affairesuniversitaires.ca/actualites/actualites-article/prevenir-lalzheimer-un-carburant-alternatif-pour-le-cerveau-commercialise/

Jense et coll. (2020) Effects of Ketone Bodies on Brain Metabolism and Function in Neurodegenerative Diseases. Int J Mol Sci;21(22):8767.

Fortier et coll (2021) A ketogenic drink improves cognition in mild cognitive impairment: Results of a 6-month RCT. Alzheimers Dement; 17(3):543-552.

Rapporto ISTAT:  Le condizioni di salute della popolazione anziana in Italia | ANNO 2019 https://www.istat.it/it/files//2021/07/Report-anziani-2019.pdf

Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

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